In quell’apparenza di carta crespata
La mia pelle traduce i solchi in vita vissuta.
Ogni momento la fatica di ammettere il vero
rende specchiarsi sempre più duro.
Nel riportare alla mente gli amici scomparsi
Riconosco la mia grande fortuna
avere un corpo.
Scrigno del mio pensiero e veicolo delle mie emozioni.
E se anche i miei capelli, il viso, le mani, sembrano appartenere ad altri
sono lo spazio della mia conoscenza.
Un sapere semplice e prezioso
mi rende possibile appropriarmi di me.
In quel momento c’è l’essenza del tempo vissuto.
e, nel seguirlo, intravedo tracce di esistenze aliene e remote
congiungersi a teatri futuri.
Il tempo, questo grande mistero,
nel restituire verità alle bugie,
saprà ricordarmi che i solchi impressi sul viso
sono le tracce dei miei respiri.
Poesia di Romana Prostamo della raccolta Prospettive ed.Pagine 2015