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“Shirodhara nell’ipertensione essenziale“

JOURNAL OF AYURVEDA AND INTEGRATED MEDICAL SCIENCES | MAY – JUN E 2018 | VOL. 3 | ISSUE 3

“A COMPARATIVE CLINICAL EVALUATION OF SIRODHARA WITH SUKHOSNAJALA, TILA TAILAM AND BRAHMI TAILAM IN THE MANAGEMENT OF MILD TO MODERATE ESSENTIAL HYPERTENSION”

Dr. Bhargavi M, Dr. K. Chaithanya

Negli ultimi decenni la Medicina Ayurvedica ha riscosso un crescente interesse anche in occidente rappresentando una realtà che, superando l’interesse di nicchia, si pone anche come concreto ed utile approccio integrativo alla moderna biomedicina.
La concretezza, in termini di un etico rapporto di costo/beneficio, di nuove proposte, comprese le Medicine Complementari (CAM), a favore del reale benessere dell’individuo impone, che queste soluzioni alternative si dimostrino realmente efficaci nel migliorare la globale qualità di vita dei fruitori o in termini di contributo al generale senso di benessere o come reale complemento a terapie fisioterapiche o farmacologiche in patologie anche molto diffuse.
La Medicina Ayurvedica, insieme a poche altre Medicine Tradizionali, si distingue per ampie conferme di utilità grazie al suo impiego millenario e per attuali evidenze che ne supportano i reali benefici, singolarmente o come approccio complementare alla biomedicina, come soluzione a disturbi molto frequenti. Solo per citare uno degli studi scientifici più recenti, in altra patologia, segnaliamo anche un importante lavoro clinico che ha nuovamente indicato la significativa utilità dell’approccio ayurvedico nelle problematiche osteoarticolari: Kessler, C. S., Dhiman, K. S., Kumar, A., Ostermann, T., Gupta, S., Morandi, A.,… & Michalsen, A. (2018). “Effectiveness of an Ayurveda treatment approach in knee osteoarthritis–a randomized controlled trial”. Osteoarthritis and cartilage, 26(5), 620-630.

Shirodara

“Shirodhara” è forse una tra le pratiche ayurvediche attualmente di maggiore diffusione poiché si rivela notoriamente utile nell’ alleviare diffusissime sintomatologie collegate allo “stress” (ansia, insonnia, depressione, etc.), tuttavia i potenziali di questa pratica possono rivelarsi utili anche in patologie nervose più complesse.
Lo studio clinico che proponiamo in questa newsletter, pubblicato da Journal of Ayurveda and Integrated Medical Sciences nel 2018, rappresenta una conferma scientifica del razionale di utilità di “Shirodhara” nel migliorare le frequenti alterazioni della pressione sanguigna; il modello dello studio risulta di particolare interesse perché indaga, sulla matrice umana, gli effetti di Shirodhara su parametri oggettivi (come la pressione diastolica, sistolica, etc.) suggerendo potenziali generali benefici di Shirodhara nei quadri di ipertensione essenziale oltre a quelli di miglioramento delle situazioni di stress (frequentemente valutato su paramenti soggettivi).

Gli sperimentatori hanno valutato l’efficacia di Shirodhara, nell’ipotesi di un miglioramento dei parametri di pressione sanguigna, confrontando gli effetti di Shirodhara effettuato con tre sostanze diverse e cioè Acqua tiepida, Olio di Sesamo (Tila Taila) oppure Brahmi Taila.
Lo studio conclude che “Shirodhara” con tutte e tre le diverse sostanze ha modificato positivamente la pressione sanguigna avvalorando le ipotesi che questi effetti derivino dalla pratica stessa, tuttavia con maggiore significatività statistica di effetti e di mantenimento degli stessi quando condotta con Brahmi Taila; lo studio suggerisce inoltre che la pratica di Shirodhara, con sostanze opportune, renda possibile, in alcuni casi, anche la riduzione del dosaggio di farmaci antipertensivi assunti dai pazienti.
Le conclusioni delle studio partecipano a consolidare i razionali di utilità della pratica di “Shirodhara” come reale approccio integrativo e complementare alla moderna biomedicina.

Dallo studio

L’ipertensione è un problema che interessa il 25 % della popolazione mondiale; poiché la sua diagnosi è strumentale, e la sua natura è asintomatica, viene chiamata “Silent Killer”.
E’ importante precisare che l’ipertensione arteriosa non rappresenta una malattia, ma un fattore di rischio inteso come una condizione che porta a maggior probabilità che si possano presentare malattie cardiovascolari (come l’angina pectoris, l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale); per questi motivi quindi l’ipertensione arteriosa deve essere individuata e curata al fine di prevenire i danni che potrebbe provocare.

L’ipertensione arteriosa essenziale (o primaria), rappresenta circa il 95% dei casi di ipertensione ma non è correlabile con cause precise, identificabili e curabili; essa dipende dall’alterazione dei meccanismi regolatori delle pressione che coinvolgono il sistema nervoso autonomo e sostanze in circolo che esercitano effetti sulla pressione.
In relazione ai fattori causali ambientali riconducibili anche allo stress, l’ipertensione essenziale può rientrare anche nel disturbo psico-somatico correlato allo stress.

L’ipertensione arteriosa secondaria rappresenta il restante 5 % dei casi e, a differenza dell’ipertensione arteriosa primaria, si manifesta come conseguenza di patologie congenite o acquisite che coinvolgono reni, surreni, vasi, cuore. In questa caso la rimozione delle cause (attraverso la cura delle patologie di base) può determinare la normalizzazione dei valori pressori.

Come noto, nei pazienti ipertesi una riduzione di 5 mm di Hg nella pressione sanguigna sistolica ed in quella diastolica determina una diminuzione del rischio cardiovascolare e di ictus riducendo il tasso di mortalità in tutto il mondo.
La moderna scienza medica gestisce la problematica dell’ipertensione prevalentemente tramite il trattamento sintomatico tuttavia con frequenti effetti collaterali indesiderati; per questi motivi le linee guida del Joint National Committee (JNC 8) consigliano, per il trattamento dell’ipertensione, obiettivi terapeutici più elevati con un minor utilizzo di diversi farmaci antipertensivi e suggeriscono che la modifica delle condizioni ambientali causali ed il rilassamento sarebbero la migliore terapia iniziale.

In Ayurveda lo Shirodhara è una delle terapie panchakarma utilizzate per il rilassamento e la riduzione dello stress (citata in “Dhara kalpaas”), come trattamento preventivo e curativo per molti disturbi collegati con lo stress.
Lo studio che presentiamo si è posto l’obiettivo di valutare, attraverso un modello clinico comparativo, gli effetti di Shirodhara con Sukhosnajala, Tila tailam e Brahmi Taila sull’ipertensione di grado lieve-moderato riportando gli effetti dei tre tipi di “Dhara” sui parametri obiettivi di pressione sanguigna sistolica (SBP), diastolica (DPB), pressione arteriosa media(MAP) e pressione al polso (PP).

Anche l’India è una nazione coinvolta dal problema dell’ipertensione come dichiarato da ICMR (Indian Council of Medical Research) e AIIMS (All India Institute Of Medical Science); in India il 33% della popolazione urbana e il 25% della popolazione rurale soffrono di ipertensione (Anchala, Raghupathy, et al. “Hypertension in India: a systematic review and meta-analysis of prevalence, awareness, and control of hypertension.” Journal of hypertension 32.6 (2014): 1170.) così come circa 50 milioni di abitanti degli Stati Uniti; circa il 25% della popolazione mondiale soffre di ipertensione.
Come anticipato l’ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio cardiovascolare (Kannel WB, Dawber TR, Kagan A, Revotskie N, Stokes J 35. rd. Factors of risk in the development of coronary heart disease- six year follow-up experience. The Framingham Study. Ann Intern Med 1961; 55: 33-50.; Stamler J, Stamler R, Neaton JD. Blood pressure, systolic and. diastolic, and cardiovascular risks: US population data. Arch Intern Med 1993; 153: 598-615.;Vasan RS, Larson MG, Leip EP, Evans JC, O’Donnell CJ, Kannell WB, et al. Impact of high normal blood pressure on the risk of cardiovascular disease. N Engl J Med 2001; 345: 1291-7.) che contribuisce in modo significativo alla mortalità cardiovascolare (Rodgers A, Lawes C, MacMahon S. Reducing the global. burden of blood pressure related cardiovascular disease. J Hypertens2000; 18 (Suppl 1): S3-S6.; Gaziano T, Reddy KS, Paccaud F, Horton S, Chaturvedi V.Cardiovascular disease. In: Jamison DT, Breman JG, Measham AR, Alleyene G, Cleason M, Evans DB, Jha P, Mills A, Musgrove P, editors. Disease control priorities in developing world. Oxford: Oxford University Press; 2006. p. 645-62.).

Le evidenze scientifiche indicano chiaramente che la riduzione della pressione arteriosa può ridurre sostanzialmente il rischio cardiovascolare e l’ictus; infatti in percentuale una riduzione di 5 mm di Hg di SBP e DBP determina una riduzione della incidenza media dell’ictus del 35-40% (Lackland, Daniel T., et al. “Implications of recent clinical trials and hypertension guidelines on stroke and future cerebrovascular research.” Stroke 49.3 (2018): 772-779.), dell’ infarto miocardico del 20-25% e dell’insufficienza cardiaca del 50% (Prospective Studies Collaboration. “Age-specific relevance of usual blood pressure to vascular mortality: a meta-analysis of individual data for one million adults in 61 prospective studies.” The Lancet 360.9349 (2002): 1903-1913.).
Il 90-95% dei casi di ipertensione è rappresentato dall’ Ipertensione Essenziale o Ipertensione Primaria che viene definita come un killer silenzioso poiché è asintomatica ma pur essendo gestibile non sarebbe curabile mentre il restante 10-5% dei casi di ipertensione viene identificato con l’ipertensione secondaria che è curabile nelle fasi iniziali.
L’ipertensione nella sua fase finale determina complicanze di danno d’organo senza segni e sintomi, ma la maggior parte dei casi è rientra nella fase 1 e 2 cioè nella situazione di ipertensione essenziale da lieve a moderata. (Chobanian AV, Bakris GL, Black HR, Cushman WC, Green. LA, Izzo JL Jr, et al. Seventh report of the joint national committee on prevention, detection, evaluation and treatment of high blood pressure. Hypertension 2003; 42: 1206-52.).

Negli Stati Uniti su 100 persone, circa 50 persone fanno uso di farmaci antipertensivi e di queste solo 25 persone riescono a raggiungere il mantenimento ideali valori pressori (140/90) mentre 25 persone non riescono a mantenere i livelli pressori ideali; inoltre l’approccio sintomatico della riduzione dei valori con i farmaci si accompagna spesso a fastidiosi effetti collaterali.
Per questo motivi il Joint National Committee (JNC 8), rispetto alle precedenti linee guida sul trattamento dell’ipertensione, raccomanda un minor uso di farmaci antipertensivi (Chobanian AV, Bakris GL, Black HR, Cushman WC, Green. LA, Izzo JL Jr, et al. Seventh report of the joint national committee on prevention, detection, evaluation and treatment of high blood pressure. Hypertension 2003; 42: 1206-52.) e suggerisce che la modificazione e il rilassamento dello stile di vita siano la migliore terapia iniziale per la prevenzione di complicazioni per controllare la malattia e ridurre la mortalità (Stamler J, Stamler R, Neaton JD. Blood pressure, systolic and. diastolic, and cardiovascular risks: US population data. Arch Intern Med 1993; 153: 598-615.).

Nell’ottica di una visione diversa della possibile gestione dell’ipertensione essenziale, come suggerito dal Joint National Committee, vengono oggi presi in considerazione approcci complementari e tra questi anche quello ayurvedico.
“Shirodhara” (panchakarma) è uno dei trattamenti praticati in India da oltre 1400 anni per il rilassamento della mente e per contrastare molti disturbi collegati allo stress. Come anticipato lo studio propone una valutazione clinica comparativa di Shirodara praticato con tre diverse sostanze: Sukhosnajala (acqua tiepida), Tila taila e Brahmi Taila nella gestione dell’ipertensione essenziale lieve-moderata” (Dharakalpa 19th sloka, edited by Brahṃasri Tevalakkattu Nilakantasarma & Acaryopathva Srivikramatmajo Yadava Sarma; with English commentary by Sri Bhāra23rthaprasāda, pp70.); più nello specifico lo studio ha voluto valutare la globale efficacia di Shirodhara nel trattamento dell’ipertensione primaria e se la sostanza impiegata “”Dravya” avesse un qualche impatto sul globale effetto del trattamento.

Per la valutazione clinica 60 pazienti con ipertensione essenziale da lieve a moderata, sono stati suddivisi in tre diversi gruppi omogenei di trattamento (gruppo Sukhosnajala, gruppo Tila Tailam e gruppo Brahmi Tailam).
A tutti i pazienti che assumevano farmaci antipertensivi è stata sospesa, in sicurezza, la terapia farmacologica per 4 settimane prima del trattamento per escludere effetti antipertensivi dovuti al farmaco.
La pressione arteriosa è stata monitorata con un complesso schema di rilevazione multipla (in posizione supina, seduta ed in piedi), prima, durante e dopo il trattamento con Shirodhara.
In tutti i pazienti sono stati misurati i seguenti parametri oggettivi: 1. SBP: Pressione sanguigna sistolica; 2. DBP: Pressione sanguigna diastolica; 3. MAP: Pressione arteriosa media; 4. PP: Pressione del polso.

I risultati dello studio evidenziano che nel gruppo di 20 pazienti “Sukhosnajala” (Jaladhara con acqua tiepida) prima del trattamento la media di SBP, DBP, PP e MAP risultava rispettivamente di 153,65 / 90,85 / 62,80 e 111,78 mmHg mentre dopo il trattamento risultava ridotta a 151,95 / 88,95 / 63,00 e 109,95 mmHg tuttavia la differenza non è risultata statisticamente significativa poiché non vi era una grande differenza tra i valori medi di tutti i parametri. Nei 15 giorni di follow-up la media di SBP, DBP, PP e MAP è aumentata a 157,00 / 90,30 / 70,70 e 112,53 mm Hg rispetto al periodo di trattamento. Lo studio ha concluso che in questo gruppo “Jala Dhara” ha avuto qualche effetto su SBP, DBP, PP e MAP tuttavia gli effetti, dopo il trattamento, non durano a lungo.

Nel gruppo di 20 pazienti trattato con Shirodhara con Tila Taila prima del trattamento la media di SBP, DBP, PP e MAP risultava di 154,20 / 94,30 / 59,90 e 114,27 mmHg mentre dopo il trattamento la media degli stessi parametri è risultata ridotta a 146,35 / 89,95 / 56,40 e 108,75 mmHg in modo statisticamente significativo (0,01). Nei 15 giorni di follow up, la media di SBP, DBP, PP e MAP è risultata di 148,20 / 91,45 / 56,75 e 110,37 mmHg mantenendo una differenza statisticamente significativa rispetto a prima del trattamento (0,01). Lo studio ha concluso che nel gruppo trattato con Tila Taila Dhara si è osservata una riduzione significativa di SBP e che l’effetto si è mantenuto anche nel follow-up.

Nel gruppo di 20 pazienti trattati con Brahmi Taila Dhara, prima del trattamento la media di SBP, DBP, PP e MAP risultava di 159,60 / 99,75 / 59,85 e 119,70 mmHg mentre dopo il trattamento la media degli stessi parametri risultava ridotta a 142,65 / 87,05 / 55,60 e 105,58 mmHg in modo statisticamente molto significativo (0,01). Nei 15 giorni di follow up, la media di SBP, DBP, PP e MAP risultava di 140,50 / 85,20 / 55,30 e 103,63 mmHg con differenza statisticamente molto significativa (0,01) rispetto a prima del trattamento. Lo studio ha concluso che Brahmi Taila Dhara ha determinato una riduzione statisticamente significativa dei parametri oggettivi misurati e che l’effetto su SBP, DBP, PP e MAP è risultato marcatamente prolungato anche in confronto al gruppo trattato con Tila Taila.
I risultati dello studio indicherebbero che la procedura/terapia con Shirodhara trova indicazione non solo nell’alleviare i sintomi dello stress ma anche nel contenere la progressione della patologia pacificandone i segni.

Nel gruppo trattato con Jala Dhara (acqua tiepida), immediatamente al termine del trattamento si è osservata una riduzione fino a 3 mmHg della pressione sistolica (SBP) ed una riduzione di 8-10 mmHg della pressione diastolica (DBP) con una normalizzazione statisticamente significativa di MAP. In questo gruppo non è stato osservato nessun effetto su PP (pressione polso). Nei 15 giorni di follow-up si è osservato un aumento, rispetto a prima del trattamento, di SBP e PP così come anche DBP e MAP; Jala Dhara ha dimostrato di ridurre efficacemente la resistenza periferica in quanto ha diminuito la pressione diastolica fino a 10 mm di Hg.
Tra i due gruppi Jala Dhara e Tila Taila Dhara non è stata osservata una significativa differenza media nei valori pressori suggerendo che la procedura stessa di Shirodhara, nello studio, dimostrasse efficacia clinica nel ridurre i sintomi indipendentemente dalla sostanza usata per il Dhara.
Come indicato dai risultati Jala Dhara si dimostra efficace solo immediatamente dopo il trattamento ma non dimostrerebbe effetti più duraturi sui parametri oggettivi.

Nel gruppo trattato con Tila Taila Dhara, immediatamente al termine del trattamento di 14 giorni, si è osservata una riduzione di SBP fino a 8 mm di Hg, una riduzione di DBP fino a 8-12 mm di Hg, con una normalizzazione di MAP e PP statisticamente significativa (0,01). Nei 15 giorni di follow-up i valori pressori sono lievemente aumentati (di 2-4 mm di Hg in SBP e in DBP) rispetto ai quelli misurati appena al termine del trattamento ma non sono aumentati rispetto alla loro misurazione prima del trattamento; in sintesi questi risultati indicherebbero che Tila Taila Dhara è migliore di  Jala Dhara per effetto più a lungo termine sull’ipertensione.

Nel gruppo trattato Brahmi Taila Dhara, al termine dei 14 giorni di trattamento, i valori SBP sono risultati ridotti fino a 15-18 mm di Hg, i valori di DBP sono risultati ridotti fino a 12-15 mm di Hg, ed i valori di MAP e PP sono risultati normalizzati, con significatività statistica (0,01). Nel follow-up di 15 giorni, i livelli di SBP, DBP, MAP e PP sono leggermente aumentati rispetto a quelli misurati appena al termine del trattamento, ma non sono aumentati rispetto a prima del trattamento.
Anche nella fase di follow-up di questo gruppo si è osservato un aumento della pressione sistolica e diastolica suggerendo la globale natura palliativa del trattamento con Shirodhara tuttavia nei gruppi Jaladhara e Tila Taila Dhara l’aumento della pressione sanguigna si è verificato più precocemente. Gli effetti antipertensivi di Brahmi Taila Dhara, rispetto a quelli di Jala Dhara e Tila Taila, sono perdurati per un periodo più lungo suggerendone una superiorità.

Molto in sintesi la pressione sanguigna dipende da diversi fattori ma prevalentemente dalla gittata cardiaca (che è volume di sangue che il ventricolo destro e il ventricolo sinistro riescono ad espellere in un minuto attraverso l’arteria polmonare e l’aorta) e dalla generale resistenza periferica; un persistente aumento del volume di sangue (cioè della gittata cardiaca) può causare un persistente aumento della pressione sanguigna; il volume del sangue è rappresentato dal volume di sangue del circolo arterioso e da quello nel circolo venoso. Insieme alla predisposizione genetica diversi fattori ambientali, dipendenti dallo stress psicosociale cronico, possono causare una costrizione dei vasi arteriosi e periferici causando rispettivamente un anomale aumento del volume di sangue che i ventricoli devono espellere.

Come noto in Ayurveda, Shirodhara è una procedura Panchakarma impiegata principalmente per alleviare lo stress mentale e che favorisce la dilatazione dei vasi periferici. Nello studio si è nuovamente avuta la conferma che la pratica di Shirodhara, in tutti e tre i gruppi di trattamento, ha svolto un importante ruolo nel normalizzare i parametri oggettivi della pressione sanguigna tuttavia nel gruppo trattato con Brahmi Taila Dhara sono stati osservati effetti antipertensivi significativi che si sono mantenuti nel tempo più degli effetti osservati negli altri due gruppi di trattamento.

Jala Dhara ha dimostrato di contribuire alla riduzione delle pressione sia sistolica che diastolica, tuttavia questi effetti sono stati più pronunciati nel gruppo trattato con Tila Taila Dhara così come dimostrato anche nel gruppo Brahmi Taila Dhara nel quale, inoltre, i miglioramenti sono risultati più rapidi rispetto agli atri due gruppi.
Durante il trattamento si è inoltre riscontrato un miglioramento pressorio tale da consentire, in alcuni pazienti, la sospensione dei farmaci antipertensivi oppure una riduzione del loro dosaggio suggerendo che la pratica con Shirodhara può potenziare l’efficacia terapeutica dei farmaci antipertensivi contribuendo a limitarne eventuali effetti indesiderati.
I risultati dello studio suggeriscono che la pratica con Shirodhara, attraverso i suoi effetti riduzione dello stress mentale, può offrire una vantaggiosa linea di gestione integrata dell’ipertensione essenziale lieve o moderata.

A cura della direzione scientifica di Benefica
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