Alla tua dipartita sì precoce e inaspettata
Il mio cuore fiotta lacrime di dolorosa sorpresa.
Nell’attimo stesso del tuo inequivocabile addio,
si erge il saluto di chi noi siamo.
Cosa siamo se non meteore
che nel loro traversar
danno casa alle tracce del loro vissuto.
Ospiti del mondo
che nel loro vagar sono precipui testimoni delle maree.
Noi siamo e poi non siamo più,
confusi tra le ombre riflesse sulle tombe.
Nel comune essere visibili e poi invisibili
grida forte l’urlo della consapevolezza.
Amico mio, arrenderti al fato
ti ha reso fertile della saggezza
che ogni scandire di secondi va respirato a pieni polmoni
e non annaspato come in eterna apnea.
Ancora vedo la tua sagoma ai margini del marciapiede,
lo sguardo perso nel chiacchiericcio acuto dell’adolescenza.
Con in tasca un temperino qualche caramella e la potenza dell’immortalità,
raccontavi di favole amorose e di fresche risate.
Lo so che il vento segue il suo corso,
allo stesso modo la tua vita ha seguito il suo.
Si è dileguata nel candore del letto e nel buio della paura.
Ma tanta certezza non lenisce il sussulto di un addio fuggito
E lo strazio non trova appoggio su cui riprender fiato.
Sorpresa, si straziante sorpresa mi ha colto per un sì terribile accadimento.
Osservo l’eterna risacca capace di svelare i segreti intrisi nella sabbia.
Tanto affanno per incarnare la saggezza del cammino,
cancellato da un battito d’ali.
Addio mio caro amico di una vita.
Poesia della raccolta “Prospettive” 2014