Darwin ci ha parlato di ereditarietà.
“A volte penso che la solitudine scorra nel mio sangue, qualcosa che viene tramandato di generazione in generazione” disse M..
Forse tutto quello che scorre nelle vene dei nostri genitori e dei nostri avi attraversa costantemente anche noi solo che non ne siamo consapevoli.
D’altronde noi siamo il frutto dei nostri predecessori e l’anello di congiunzione che passa il testimone ai nostri figli e ai figli dei nostri figli in una comunicazione perpetua e monocorde.
Certo da questo ragionamento traspare un senso di ineluttabilità.
In realtà vuole essere più una disamina cruda e realistica del substrato informazionale con cui dobbiamo relazionarci a ogni singolo respiro che facciamo in vita.
“Io non sarò mai come mio padre, sarò un compagno e un genitore migliore” disse M.
Ebbene, prima di dare ragione a M. ci sono passi fondamentali da compiere.Il primo è riconoscere che nello sforzo di non assomigliare al padre M. si sta comportando esattamente allo stesso modo.Questo è il passaggio più difficile, orgoglio e presunzione sono avversari di tutto rispetto.Dopo questo passaggio l’altro scoglio è accettarlo!
Bella lotta. vi immaginate l’IO di M. che incrina l’idea che ha di se stesso ammettendo i propri errori? Quando M. raggiiunge quel traguardo con estremo coraggio, perchè tanto ne serve, è diventato un eroe.
Dopo questa fatica ercoliana può dialogare con i suoi imprinting generazionali, farseli amici, ascoltare cosa hanno da dirgli ( a dispetto di quanto si voglia fare, sarebbe bene sentire i messaggi che il mondo interiore vuole comunicare) e costruire un ponte tra loro e quello che idealmente vorrebbe essere e diventare.
A ben pensare c’è sempre una o più tracce di diversa natura nel sangue di M. ma anche nel nostro che hanno origine passata con le quali dobbiamo fare i conti volenti o nolenti.
C’è una frase bellissima che porto sempre nel cuore per non dimenticarmi la mia responsabilità e la mia importanza, come essere umano.
“La nostra vita non è nostra. Da grembo a tomba siamo legati ad altri, passati e presenti e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro.”
(Cloud Atlas)
Se ci si riflette bene abbiamo un’inclinazione a un determinato comportamento, un approccio alle situazioni della vita, un disturbo corporeo che sono concomitanti con quelle dei nostri genitori, dei nostri nonni e se, andassimo più a fondo anche dei nostri avi.
Un’informazione genetica ereditaria.
Insomma siamo uniti al nostro passato e lo siamo al nostro futuro generazionale .
Siccome io non credo nel fatto che ciò che è ereditario per forza si debba manifestare, malattie comprese, sono più dell’idea che tutto questo si possa conclamare si certo, può, altresì, rimanere silente e addirittura possa essere trasformato..
Se pensassi il contrario allora vorrebbe dire che sicuramente morirò di cancro solo per il fatto che i miei genitori hanno trovato la loro fine grazie ad esso.
Se alcuni tratti diventano manifesti e sicuramente lo diventano, allora ho fatto in modo che questo accadesse; ma come ho il potere di farli comparire ho la possibilità e la responsabilità verso me stesso e le mie generazioni future di fare qualcosa per modificare questa informazione.
Posso cambiare il mio atteggiamento, il mio modo di interpretare la vita, posso modificare come mi alimento e come nutro la mia parte “spirituale” e la parte “materiale”, posso imparare a non avere più le stesse paure o fragilità . Posso, partendo dalla mente, trovare altri paradigmi in modo tale che l’informazione venga modificata.
In questo modo arriverà un giorno in cui nel sangue di M. non scorrerà più solitudine, che pur nato povero con una famiglia piena di debiti M. non condannerà anche se stesso e le sue generazioni future a vivere una vita infelice .
Tutta la trasformazione avviene dentro la mente ( da non confondere con il cervello).
È necessario che M. abbia la forza di provare empatia verso se stesso, ammettere il vero e trasformarlo facendo spazio alla fiducia nelle proprie capacità, sviluppare la Fede nel dare per certo un risultato che per ora è stato solo ipotizzato, avere la capacità di vedere se stesso in un multiverso dove viene vissuta una vita totalmente differente e più appagante.
Solo una dimensione riconosciuta come vera dalla nostra mente più diventare reale nella vita che si sta vivendo.